Lesioni Cerebrali da diminuito afflusso di sangue (Ischemia Cerebrale)

5 Novembre 2021
Il brain sparring: fenomeno indice di sofferenza fetale che richiede un intervento immediato ai fini di evitare danni permanenti.

L’ischemia cerebrale è definita come una riduzione o un’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello (ipossia o anossia).
Le cellule cerebrali sono molto sensibili all’ischemia, per cui la riduzione o l’interruzione dell’apporto sanguigno determina la necrosi (morte cellulare).
Altra peculiarità delle cellule cerebrali è l’incapacità di replicarsi.
Queste due caratteristiche determinano la gravità di questa condizione, poiché la necrosi unita all’impossibilità di sostituzione delle cellule, porta alla perdita della funzione specifica controllata dall’area colpita dall’ischemia.
Cervello e cuore rappresentano gli organi “nobili” del nostro corpo, sia perché garantiscono la sopravvivenza dell’organismo e sia perché costituiti da cellule non replicabili. Per tale motivo, in una condizione di ipossia il corpo innesca dei meccanismi di protezione, riducendo l’afflusso di sangue agli altri organi (fegato, reni, intestino ecc.), per favorire quello a cuore e cervello, nel tentativo di evitare danni permanenti.
Tale meccanismo è ben noto alla letteratura scientifica come brain sparring e può essere osservato già durante la vita fetale. Chiaramente l’osservazione di tale fenomeno è un indice di sofferenza fetale e richiede un intervento immediato.

Cause
Le cause sono molteplici, le divideremo in cause prenatali e intrapartum/postnatali.

Prenatali:

  • preclampsia
  • eclampsia
  • sindrome HELLP
  • distacco intempestivo di placenta
  • infezioni

Intrapartum/postnatali:

  • Ipercontrattilità uterina: durante le contrazioni in travaglio di parto, si interrompe l’afflusso di sangue al feto, fenomeno fisiologico che non comporta danni per il bambino, poiché tale flusso viene ripristinato tra una contrazione e la sua successiva. Quando tale pausa è troppo breve, poiché le contrazioni sono troppo ravvicinate (ipercontrattilità uterina), il feto va incontro da ipossia che, se prolungata nel tempo, porta a encefalopatia ipossico-ischemico.
  • Distocia di spalla
  • Compressione del cordone ombelicale: il cordone ombelicale (composto da due arterie e una vena) garantisce l’apporto di sangue dalla madre al feto. Quando si trova in posizioni anomale, si può assistere alla sua compressione con conseguente parziale o totale interruzione del supporto nutritivo al bambino.
  • Utilizzo scorretto dell’ossitocina durante l’induzione del parto: in letteratura, è noto che una gravidanza protratta oltre 42 settimane può presentare una serie di complicanze, tra cui il distacco di placenta e le sue conseguenze. Per tale motivo, è pratica comunemente accettata, l’induzione del parto intorno a 41 settimane + 3 giorni. Esistono vari farmaci utilizzati a tale scopo, ma l’ossitocina resta uno dei capisaldi, ma un uso improprio, può portare a un’ipercontrattilità uterina.

Segni e sintomi
L’ipossia fetale è essa stessa un sintomo e non una patologia. Per tale motivo, può manifestarsi insieme a altri segni e sintomi legati alla patologia di base.
Quando l’ipossia è transitoria, non si osservano conseguenze a lungo termine per il neonato, al contrario, in una condizione prolungata di ipossia, i sintomi associati sono principalmente legati allo sviluppo psicomotorio del bambino che andrà valutato in itinere.
Alla nascita si potranno osservare:

  • diminuzione o abolizione dei riflessi primari
  • difficoltà respiratorie e di suzione
  • convulsioni
  • coma

Il cervello di un neonato è molto plastico, poiché se è vero che le cellule neuronali non sono replicabili, è anche vero che lo sviluppo del Sistema Nervoso Centrale si completa intorno ai due anni di vita ed è per tale motivo che i neonati non camminano e non parlano, poiché queste sono funzioni cognitive superiori, che vengono acquisite nel tempo, con lo stabilirsi di nuove connessioni tra i neuroni di un cervello in crescita. Vari studi hanno mostrato che nei casi più lievi, anche se c’è stata una perdita neuronale, questa può essere compensata dai neuroni superstiti. Ovviamente, in casi di lesioni e perdite molte estese, ciò non sarà possibile e si potranno osservare le seguenti condizioni:

  • Difficoltà dell’apprendimento
  • Difficoltà dello sviluppo motorio
  • Cecità
  • Sordità neurosensoriale
  • convulsioni
  • Coma
  • Morte

Prevenzione, diagnosi e terapia
In sede prenatale, è importante l’uso dell’ecografia con associato studio flussimetrico del feto per identificare prontamente le modificazioni nell’apporto sanguigno da parte della placenta. L’uso del Doppler a livello dell’arteria ombelicale ha un ottimo valore predittivo anche e soprattutto in associazione con la valutazione Doppler del dotto venoso che risulta utile nel timing del parto.
In sede di travaglio, fondamentale il monitoraggio cardiotocografico continuo che, quando correttamente interpretato, aiuta il team di sala parto a prendere la decisione corretta, senza prolungare ulteriormente il travaglio, procedendo all’espletamento del parto tramite parto operativo o taglio cesareo.

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