Cytotec per l’induzione del parto

5 Novembre 2021
Quando il Cytotec può causare danni al feto e come chiedere il risarcimento del danno.

IL CYTOTEC PER INDURRE IL PARTO NATURALE

Quando vengono superate le 41 settimane di gestazione, può essere indicato indurre farmacologicamente l’inizio del travaglio e quindi il parto.
Uno dei farmaci spesso impiegati a tale scopo è il misoprostolo (Cytotec), che nasce come terapia dell’ulcera gastrica e che si è dimostrato, essendo un analogo delle prostaglandine, molto efficace nella dilatazione del collo dell’utero e nell’induzione delle contrazioni uterine. In ambito ginecologico viene utilizzato anche per l’induzione dell’aborto.
Nelle donne in gravidanza, a livello dell’utero, il misoprostolo porta alla maturazione della cervice e induce la contrazione della muscolatura liscia uterina favorendo, a seconda dei casi, l’inizio del travaglio o l’aborto.

Non esiste però ad oggi un protocollo di somministrazione scientificamente approvato per il suo utilizzo; viene infatti somministrato per via vaginale, inserendo un quarto di pillola, che nasce però per uso orale, ogni 4 ore.

COMPLICANZE LEGATE AL FARMACO CYTOTEC

La differenza rispetto agli altri farmaci utilizzati allo stesso scopo, come ad esempio il Cervidil (che utilizza un altro tipo di prostaglandina) è l’impossibilità di interromperne rapidamente la somministrazione.

Questo può portare purtroppo al caso dell’iperstimolazione, cioè a contrazioni troppo forti e ravvicinate rispetto alla norma, fino alla rottura d’utero e gravi cambiamenti della frequenza cardiaca fetale, con conseguenze come l’encefalopatia ipossico-ischemica, l’ischemia cerebrale, lesioni del sistema nervoso centrale a lungo termine.

Se ritieni di esserne stato vittima di un errore medico causato dall’utilizzo del cytotec per l’induzione del parto, ti invitiamo a contattare lo Studio Legale Sgromo. I nostri professionisti saranno a tua disposizione per aiutarti ad avere giustizia.

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